Respiro e contatto

Respirare è naturale, è l’azione che non solo ci tiene in vita, ma ci fa vivere bene: una corretta respirazione permette l’eliminazione delle scorie, stimola la circolazione sanguigna e linfatica, rafforza il sistema immunitario, riduce lo stress e aumenta l’endorfina.

L’atto del respirare, però, non coinvolge solo il corpo, ma è strettamente connesso con la nostra storia e le nostre emozioni: se fino a 6 anni siamo capaci di una respirazione profonda che utilizza tutta la sua capacità, crescendo l’influenza delle costrizioni, le regole imposte, la vita sociale, fanno sì che il nostro modo di respirare si modifichi con effetti sia a livello muscolare che emotivo.

Spesso non siamo coscienti dei cambiamenti che apportiamo al nostro modo di respirare, ma ciò che possiamo fare è lavorare sulla consapevolezza corporea e psichica, portare l’attenzione sul respiro, sulla sua durata e sui suoi eventuali “inceppamenti”, innanzitutto per comprendere quali sono i nostri meccanismi inconsapevoli e in quali situazioni si verificano.

Conoscere il nostro modo di relazionarci con ciò che abbiamo intorno e gli effetti che questo ha su di noi è il primo passo per approfondire noi stessi e, se vogliamo, per effettuare cambiamenti.

Se ci concentriamo sulla respirazione, possiamo sentire l’aria che entra nel naso e attraversa il corpo fino a raggiungere i polmoni e ci accorgiamo di come respiri profondi e concentrati abbiano sul nostro corpo un effetto energizzante e rilassante; questo accade perché una respirazione corretta permette di ristabilire l’equilibrio tra la proporzione di ossigeno e anidride carbonica.

Nella vita quotidiana questo rapporto non sempre viene rispettato: il respiro è il primo atteggiamento di difesa del corpo oltre che la prima manifestazione di disagio emotivo e nella maggioranza dei casi il nostro non stare bene si concretizza attraverso apnee involontarie o, al contrario, iperventilazione.

L’iperventilazione comporta la vasocostrizione di alcuni vasi sanguigni, soprattutto quelli che irrorano determinate parti del cervello, e questo causa un minor afflusso di ossigeno, nonostante il quantitativo che viene introdotto nel corpo con la respirazione sia maggiore.

Se a livello fisico le conseguenze dell’iperventilazione possono essere la sensazione di avere la testa leggera, stordimento, confusione e irrealtà, dal punto di vista emotivo un’inconsapevole respirazione eccessiva mantiene costantemente bassi i livelli di anidride carbonica, favorendo così stati di apprensione, ansia e un distacco dall’ambiente circostante, su cui si ha l’impressione di perdere il controllo.

Capire cosa causa e quando si verifica l’accelerazione nella respirazione significa identificare il momento del distacco dal qui e ora e riconoscere quando accade, inoltre provare a fare esercizi per regolarizzare la respirazione può servire a farci vivere il nostro presente in maniera più consapevole, ritrovare la calma e l’energia necessarie per affrontare al meglio anche le situazioni che ci agitano di più.